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Sintomi pre parto

Sintomi pre parto

Molti dei sintomi che si avvertono durante la gravidanza, soprattutto se è la prima, possono essere confusi con le avvisaglie di un parto imminente.

Con l’avviarsi verso il termine poi, qualunque nuova sensazione genera nella futura mamma un legittimo dubbio perché può esser scambiata con i sintomi che precedono il parto.

 Per questo è bene informarsi su quali siano davvero i sintomi pre-parto e quali i segnali evidenti che il travaglio si sia innescato. 

Molte donne si chiedono: quali sono i sintomi prima di partorire? e quando iniziano le contrazioni prima del parto?

Qui di seguito, cercheremo di fare chiarezza su quelli che sono i principali segnali che preannunciano l'imminente parto.
Tra questi, i più indicativi fanno riferimento all'emissione del tappo cervicale, alla rottura delle acque e all'inizio delle contrazioni regolari


Emissione del tappo cervicale

Durante il periodo di gestazione, la cervice è chiusa da una sorta di muco che agisce come barriera protettiva, impedendo a potenziali batteri di risalire nell'utero. 

Quando ci si avvia verso il travaglio, essa si ammorbidisce, si raccorcia e poi si dilata per prepararsi al parto, comportando la perdita graduale  e l'espulsione di questo tappo

La donna, in tal caso, avvertirà la fuoriuscita di una sostanza trasparente, bianca o giallastra e densa che, spesso, può essere accompagnata da perdite di sangue rosato o marroncino. 

Importante sottolineare che tale sintomo non rappresenta la prova certa che il travaglio sia prossimo; può capitare, infatti, che l'emissione del tappo cervicale avvenga anche qualche settimana in anticipo rispetto al reale inizio del travaglio.

Rottura delle acque

La rottura delle acque è un fenomeno abbastanza noto e indica che la donna si sta avviando al travaglio.
Non tutte, però, hanno ben chiaro il processo dal quale scaturisce questo evento. 

La borsa delle acque, chiamato sacco amniotico, è una specie di sacco in cui è riposto il liquido amniotico e dentro il quale è immerso il feto

Nel momento in cui il sacco amniotico si rompe, la donna noterà che dalla vagina fuorisce una cospicua quantità di fluido caldo che, normalmente, risulta essere inodore e trasparente

Queste caratteristiche aiutano a non confondere tale sostanza con l'urina o con le sporadiche ma comuni perdite vaginali che, invece, sono molto più dense e possono essere seguite anche da perdite ematiche. 

Il liquido amniotico che viene fuori non è sempre della stessa quantità; può capitare, infatti, che la sacca si rompa solo in un piccolo punto, determinando una fuoriuscita molto esigua. La rottura delle acque può avvenire  in qualsiasi fase del travaglio, più comunemente a travaglio inoltrato, ma può capitare anche all’inizio e non sono sporadici i casi in cui si registri in assenza di contrazioni.
La maggior parte delle volte, la perforazione delle membrane arriva in concomitanza del travaglio e, se ciò non accade, si passa a una stimolazione medica che può avvenire nelle ore o nei giorni successivi, in base alle condizioni di mamma e bambino.

Contrazioni uterine

Le contrazioni sono i movimenti dei muscoli uterini che la donna avverte durante la gravidanza e, nella maggior parte dei casi, arrivano come sintomo che indica il parto imminente

Nell'arco dei nove mesi di gestazione, però, non è raro che si presentino in differenti occasioni; ogni contrazione arriva per un motivo ben preciso e quindi è fondamentale saperla riconoscere, evitando di allarmarsi senza motivo. 

Alcuni di questi movimenti, infatti, non riguardano esclusivamente la preparazione del corpo al travaglio ma ci si può trovare anche nella condizione di avvertirle con largo anticipo


Contrazioni in anticipo: come riconoscerle

Le contrazioni, come abbiamo accennato, possono presentarsi anche prima della 26ª settimana di gestazione

In questo caso, i muscoli dell'utero si contraggono a intervalli ben precisi e con un aumento graduale del dolore.

Un aspetto fondamentale, in tali circostanze, è di non farsi prendere dal panico e sottoporsi a un controllo dal proprio ginecologo che valuterà la situazione. 

Le contrazioni precoci, difatti, possono rappresentare quel campanello d'allarme che sta a indicare un parto prematuro oppure sono semplicemente sintomatiche di eccessivo stress da parte della futura mamma che ha bisogno di stare maggiormente a riposo. 


Contrazioni 6° mese: quando preoccuparsi

Le donne che arrivano al sesto mese di gravidanza possono avvertire delle contrazioni uterine, confondendole con quelle di preparazione al parto

In realtà, nella maggior parte dei casi, si tratta di false doglie, anche dette contrazioni di Braxton Hicks, indotte dall'ossitocina, ovvero quell'ormone che ha il compito di fortificare i muscoli dell'utero, migliorando il flusso del sangue che arriva alla placenta.

Queste si presentano con spasmi addominali che, però, indicano solo una contrazione ripetuta dell'utero e dei tessuti muscolari, generando dolori anche forti ma che non arrivano a provocare nessuna dilatazione

Tali contrazioni sono più simili ai crampi che si avvertono durante il ciclo mestruale, con la differenza che il pancione comincia a indurirsi

In realtà, le contrazioni di Braxton Hicks non devono preoccupare in quanto sono la normale risposta del corpo che si sta preparando al parto e si possono avvertire anche dalla quattordicesima settimana di gestazione. 

La loro comparsa, inoltre, può avvenire in maniera spontanea oppure essere stimolata dai movimenti del feto, da una scarsa idratazione, dal poco riposo o in seguito a un rapporto sessuale

Quindi, anche se questi movimenti non devono destare preoccupazione, qualora fossero seguiti da perdite ematiche o da insopportabili dolori all'altezza dell'addome necessitano di un'immediata visita presso il proprio specialista di fiducia. 


Contrazioni primo trimestre: come riconoscerle

Se, come abbiamo visto, le contrazioni dal sesto mese di gravidanza sono del tutto normali e, talvolta, anche frequenti, quelle che invece si potrebbero avvertire nel primo trimestre sono da tenere sotto stretto controllo. 

Nel primo trimestre, le piccole contrazioni sono spesso relative al processo di crescita dell’utero, all’impianto dell’embrione e all’adattamento dei legamenti uterini e vanno maggiormente monitorate rispetto a quelle più tardive.

Non è raro che, specialmente nelle prime settimane di gestazione, la donna si accorga di piccole perdite ematiche, alcune volte di colore rosso vivo, altre volte più scure.
In molti casi, tali perdite terminano in maniera spontanea e anche abbastanza velocemente e sono indice del processo di impianto dell’embrione. 

Alcune di queste macchie si manifestano anche dopo un rapporto sessuale ma non devono destare timore perché sono dovute alla congestione dei capillari della cervice, un aspetto molto frequente in gravidanza. 

Se, però, i dolori e i fastidi che si avvertono all'addome diventano sempre più forti e insistenti oppure se le perdite ematiche sono abbondanti e durature, è opportuno rivolgersi al proprio medico per escludere una condizione patologica.. 


Le contrazioni preparatorie e dilatatorie

Le contrazioni preparatorie si verificano normalmente dopo la 36ª settimana di gestazione e, a differenza di quelle precoci, si presentano con intervalli non regolari e senza particolari dolori

In questi casi, l'unico fastidio che la futura mamma potrebbe avvertire è quello riferito alla fascia lombare o alla zona inguinale, seguito anche dalla sensazione di peso sulla vescica. 

Dopo la 37ª settimana di gravidanza, invece, possono già presentarsi le contrazioni dilatatorie, ovvero quelle che stanno a indicare che il momento del parto è ormai vicino. 

Queste arrivano prima con frequenza irregolare e poi, aumentando anche di intensità, iniziano a regolarizzarsi con estrema puntualità. 

Non sarebbe corretto definire il dolore che si prova come insopportabile o estremamente acuto perché non tutte le donne ne hanno la stessa percezione, ma sicuramente saranno accompagnate da sensazioni molto intense che arrivano a toccare picchi piuttosto alti. 

In questa fase, è consigliato praticare una corretta respirazione, specialmente se si ha avuto modo di partecipare a corsi preparto.
In ogni caso, le linee guida raccomandano di non recarsi immediatamente al punto nascita alla prima contrazione perché potrebbe passare ancora molto tempo fino al parto vero e proprio. 

Molto utile, dunque, è cronometrare la frequenza delle doglie già da casa, magari facendosi aiutare dal proprio partner o da una persona vicina; quando queste diventeranno frequenti e regolari, con una pausa inferiore ai 5 minuti e per almeno un paio d’ore, è il segnale che è il momento recarsi al punto nascita.

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